Mio figlio sta per compiere due anni ed ho notato che, mentre pronuncia correttamente alcune parole fondamentali come mamma, papà, nonna, acqua ecc., si limita per molte altre a pronunciare solo le prime due lettere ("ma" per macchina, "pa" per pane e così via). Aggiungo che comprende molto bene tutto ciò che gli viene detto. Gradirei qualche indicazione su tale argomento.
Gentile genitore, la sua preoccupazione rientra nella normalità dello sviluppo linguistico del bambino, di ogni bambino. Il linguaggio si presenta sia come oggetto di apprendimento che come strumento comunicativo, capace di attendere alla duplice funzione di strumento della relazione (pragmatica) ed organizzatore di conoscenze (matetica).
Individuiamo nei primi due - tre anni il periodo di massima attitudine del bambino all'apprendimento verbale, indipendentemente dal codice utilizzato. Questo apprendimento si configura in periodi e stadi caratterizzati individualmente da gradualità. È questa la strada per ogni bambino per potere differenziare, consolidando, gli elementi (fonologici, morfologici, semantici e sintattici) essenziali per parlare.
Senza volermi addentrare in ulteriore particolarità è normale che il suo bambino manifesti una certa "inadeguatezza" nella comunicazione. Le ricordo come sia fra il 12° e il 20° mese (circa) che il bambino, toccando gli oggetti, li denomina: chiama l'adulto per attirare l'attenzione, chiede aiuto attraverso il gesto, saluta con la mano quando va via pronunciando la parola "ciao", risponde in maniera elementare, resiste e protesta, ripete quello che sente dire esercitandosi ludicamente nell'esercizio vocalico e articolare.
Ancora oltre il bambino procede inaugurando il suo "domandare" con la richiesta di notizie sull'ambiente circostante, sulle cose, giocando a far finta, immaginando, tentando in ultimo di raccontare. Aumentano così i suoi contatti e gli scambi comunicativi con gli altri, variando e modulando il livello delle sue risposte e delle sue comunicazioni a seconda delle persone o delle situazioni in cui si trova.
Dai due anni aumentano le frasi complesse, l'utilizzo delle congiunzioni "e, ma, perché..."; queste gli consentono di costruire più frasi semplici di seguito, oppure d'inserire logicamente un pensiero nell'altro. I bambini comprendono, con tempi diversi per ciascuno entro quadri di normalità, domande che comportano una risposta affermativa o negativa, introdotte da pronomi o avverbi interrogativi.
Seguono, più gradualmente, le frasi negative rispetto a quelle affermative anche se, nella fase precoce (chiamata "olofrastica", parola = frase), è presente nel bambino l'espressione di una negazione (no latte!...). È opportuno incoraggiare le prime parole non invadendo la spontaneità del bambino con interventi che possano limitare la possibilità di fare esperienza fonetica, esperienza di relazione.
Importante evitare di correggerlo quando prova a formulare una parola poiché questo potrebbe strutturare una rinuncia in quel percorso necessario che definirei "provo a provare". È altresì utile evitare quel linguaggio "bambinesco" e affettato, oppure inventare per lui parole storpiate che imitano il "bambinese" (il modo di parlare dei bambini piccoli), perché gli si offre un modello sbagliato da cui imparare.
Mi permetto di indicare alcune linee di comportamento:
- parlare utilizzando frasi brevi e semplici e scandendo bene le parole;
- prestare attenzione e rispondere a quello che il bambino dice, anche se ci sembra incomprensibile. Questo favorirà in lui la comprensione dell'importanza dei turni della conversazione;
- quando il bambino dice qualcosa che non capiamo, suggerire un'interpretazione di quello che voleva dire rispondendogli in questo modo;
- se osserva o indica cose o persone, nominargliele;
- collegare le parole con aggettivi e costruire brevi frasi.
Vi auguro un buon cammino.
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