Esiste una relazione tra l'allergia e le infezioni respiratorie? Il mio bambino di 2 anni e mezzo con una dermatite atopica che si è manifestata a due mesi di vita, ed una intolleranza al latte vaccino rilevata con le prove allergiche cutanee (da circa due anni prende il latte di capra avendo manifestato un'intolleranza alla soia), lo scorso inverno ha cominciato a soffrire di bronchite asmatica, in concomitanza con l'inizio della frequentazione dell'asilo. Qualche settimana fa ha avuto un episodio molto serio ed è stato ricoverato in ospedale. Nessun pediatra di quelli consultati è riuscito a dirmi se la bronchite che si manifesta di sovente è di natura virale o allergica: mi sono documentata su Internet e mi è sembrato di capire che, anche se l'episodio di broncospasmo non è direttamente legato al contatto con un allergene, il fatto che un soggetto soffra di allergie lo rende più esposto a virus e quindi ad infiammazioni dei bronchi e conseguenti bronchiti. Vorrei capire meglio l'interrelazione che c'è fra le allergie e le affezioni virali.

La relazione esistente tra allergie respiratorie ed infezioni virali è un capitolo della medicina ancora molto controverso. I virus respiratori più frequenti in età pediatrica, come il virus Respiratorio Sinciziale ed i Rinovirus, possono indurre una reazione bronchiale molto simile a quella allergica, caratterizzata da un sintomo definito "wheezing" o "respiro sibilante"; che è l'espressione di una riduzione del calibro bronchiale.

Il virus Respiratorio Sinciziale è in grado di indurre il sintomo anche in soggetti non predisposti (1-5 anni), mentre i Rinovirus determinano facilmente ricadute nei pazienti che già hanno manifestato, in precedenza, episodi di respiro sibilante (3-11 anni). Tale sintomo caratterizza la diagnosi di bronchite asmatiforme (da infezione) o di asma bronchiale (da allergia). Purtroppo nel bambino, soprattutto al di sotto dei sei anni di età, la differenziazione tra le due forme non è semplice, poiché la tendenza a manifestare wheezing è elevata. Tale tendenza si verifica in seguito a:

  • infezioni virali o batteriche (Chlamydia),
  • elementi irritanti aspecifici, quali inquinamento, fumo passivo, e sforzo fisico,
  • contatto con allergeni inalati. In un'interessante statistica (Martinez 1995) riguardante una popolazione infantile di 1246 bambini seguiti dalla nascita fino ai sei anni di vita, è stato dimostrato come il 48,5% di loro aveva avuto almeno un episodio di "respiro sibilante".

Questo gruppo era suddivisibile in altri tre sottogruppi: “precoce transitorio” (19,9%), caratterizzato da bambini con episodi di wheezing solo nei primi tre anni di vita, “tardivo” (15%), con episodi a partire dai tre anni in su “persistente” (13,6%), con episodi di respiro sibilante sia prima che dopo i tre anni. Valutando alcune caratteristiche quali la funzionalità respiratoria, IgE totali, IgE specifiche e prick test (N.d.R.: prove allergiche cutanee), familiarità per atopia (N.d.R.: predisposizione ad andare incontro a malattie allergiche), presenza di dermatite atopica, si poteva vedere come, nel gruppo definito “persistente”, erano presenti principalmente i bambini con costituzione atopica (IgE elevate, dermatite atopica, ecc.), mentre nel gruppo definito “precoce transitorio” erano presenti quei bambini con funzionalità respiratoria ridotta fin dalla nascita. Il gruppo “persistente” e quello “tardivo” contenevano la maggiore percentuale di bambini destinati a diventare asmatici.

La diagnosi di asma dovrebbe essere posta, preferibilmente, dopo il 5° anno di vita, allorquando i fenomeni legati alla particolare immaturità del polmone tendono a ridursi ed il sintomo rappresentato dal respiro sibilante diventa un evento molto più specifico. Nel caso del suo bambino, a causa della tenera età, una manifestazione respiratoria ostruttiva può essere determinata sia da infezioni virali che da fenomeni allergici. La presenza di un'allergia alimentare associata a dermatite atopica dovrebbe farlo includere nel gruppo “precoce persistente”, cioè in quella categoria di bambini fortemente predisposta all'asma e ad un'allergia respiratoria. In virtù di tale predisposizione l'orientamento attuale è quello di consigliare, a questa categoria di bambini, una profilassi ambientale anti-acaro, in modo da ridurre il rischio di contrarre quella che è l'allergia respiratoria più frequente in età pediatrica.

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