Vivo in Australia, dove il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia viene somministrato a 12 mesi. Nella vostra tabella ho visto che voi lo consigliate tra il 15mo e il 18mo mese. Vorrei sapere perchè e se nel caso di vaccinazione a 12 mesi è necessario un richiamo prima dei 5-6 anni.

La medicina, come ovvio, non è una scienza esatta. Pur nella buona conoscenza di molti aspetti, tuttavia la variabilità dell'organismo umano rende difficile, se non impossibile, standardizzare un comportamento che sia valido in ogni occasione. Nel caso di una vaccinazione, per esempio, occorre tenere conto di diversi fattori. Genericamente, si tende ad anticipare il più possibile una vaccinazione, per ridurre il periodo in cui il bambino non è protetto. In questo senso, la maggior parte delle vaccinazioni viene iniziata nei primi mesi di vita. Un po' come pagare l'assicurazione dell'auto: inutile pagarla in ritardo e rischiare di non essere coperti. D'altra parte, è utile evitare situazioni che possano disturbare il corretto funzionamento della vaccinazione.

Esempi possono essere: malattie debilitanti, terapie che riducano le difese immunitarie oppure, ed è questo il nostro caso, presenza di anticorpi circolanti di origine materna. Mi spiego: se la mamma ha fatto il morbillo (ma lo stesso vale per parotite o rosolia), il suo organismo ha prodotto anticorpi anti-morbillo . Siccome tali anticorpi passano la placenta, essi si ritrovano in circolo nel sangue del bambino per parecchi mesi dopo la nascita. Essi da una parte rendono improbabile che il bambino contragga la malattia (perchè lo proteggono), ma dall'altra rendono improbabile l'attecchimento della vaccinazione. Tecnicamente si dice che fanno da anticorpi bloccanti: fermano sul nascere il contatto fra vaccino e organismo del bambino, facendo fallire la vaccinazione. Non è che il bambino corra rischi ad essere vaccinato troppo presto, ma magari il vaccino non funziona.

Allora, cosa si fa? Si aspetta. Ogni 4 mesi, la quantità di tali anticorpi in circolo si dimezza, per effetto dei naturali processi di pulizia del sangue; essendo materni, essi non vengono prodotti dal bambino e quindi sono destinati ad estinguersi. Quando in circolo non ce ne saranno più tanti, si potrà vaccinare. Noi non sappiamo esattamente quando è il momento, ma, sulla base di rilevazioni fatte su campioni di popolazione, stimiamo un epoca ragionevole oltre la quale è molto probabile che la vaccinazione avvenga senza problemi. E qui si capiscono le differenze. In Italia, le mamme hanno fatto quasi tutte il morbillo e quindi hanno elevate quantità di anticorpi anti-morbillo in circolo e quindi ne passano tanti ai figli durante la gravidanza, per cui si ritiene preferibile aspettare fino ai 15 mesi prima di vaccinare. Viceversa, nei Paesi anglosassoni si vaccina contro il morbillo da molti anni, per cui le mamme non hanno avuto numerosi contatti con il virus e hanno un tasso più basso di anticorpi anti-morbillo in circolo.

Allora, da loro è possibile anticipare la vaccinazione. In entrambi i casi, comunque, è indicato effettuare un richiamo, che si consiglia di effettuare verso i 5-6 anni, età di ingresso alle elementari, o, per chi non lo avesse fatto, verso i 12 anni, per evitare possibili contagi in età adolescenziale. Per finire, dopo aver parlato della regola, vi segnalo un'eccezione: se in una determinata zona è in corso una epidemia di morbillo, conviene vaccinare anche bambini al di sotto dell'anno di età, sperando di sviluppare in loro una protezione sufficiente. Poi, per non correre rischi, si effettua un richiamo rapido a distanza di un anno.

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