A mio figlio Luca (9 mesi) è stato diagnosticato alla nascita criptorchidismo destro. Una visita chirurgica all'età di 7 mesi ha confermato la diagnosi anche se, con la palpazione, non è stato possibile rilevare con certezza la presenza di questo testicolo nascosto. Pertanto mio figlio dovrà essere sottoposto ad una ecografia del canale inguinale per confermare presenza e dimensioni del testicolo. Successivamente, intorno ai 2 anni, verrà sottoposto a 4 settimane di terapia ormonale ed infine ad intervento chirurgico. Vorrei sapere: a) In cosa consiste la terapia ormonale in questione? Può avere effetti collaterali indesiderati? Può lasciare conseguenze al bambino? Esistono terapie alternative? b) In cosa consiste l'intervento chirurgico? Il testicolo riportato nella sua sede naturale potrà svolgere le sue funzioni? Più in generale, saranno in qualche modo compromesse le funzionalità riproduttive? c) Sono ipotizzabili conseguenze a lungo termine? Saranno necessari controlli periodici (rischio di tumori?)?
Per criptorchidismo si intende la mancata discesa nello scroto di uno o di entrambi i testicoli. Normalmente, intorno al settimo-ottavo mese di gravidanza, i testicoli si spostano dall’addome nello scroto lungo i canali inguinali. Ciò è necessario per evitare che le temperature più elevate dell’addome possano danneggiarli. Lo scopo della terapia perciò è quello di portare il testicolo in sede scrotale per permettergli un regolare sviluppo (evitando l’atrofia e consentendo una futura normale produzione di spermatozoi) e per ridurre il rischio di una degenerazione maligna.
La cura consiste nella somministrazione, per via intramuscolare o sottocutanea, di un ormone, la gonadotropina corionica umana (in inglese abbreviata con il termine HCG), che ha lo scopo di stimolare la produzione del testosterone, l’ormone maschile che stimola la discesa testicolare nello scroto. Gli effetti collaterali durante la terapia con l’HCG sono frequenti, ma di scarso rilievo e sono dovuti all’innalzamento nel sangue della concentrazione di testosterone: si può avere arrossamento dello scroto, turgore dei genitali, irrequietezza, frequenti erezioni. Tali fenomeni regrediscono entro alcune settimane dalla sospensione del farmaco.
In alternativa o in associazione alla gonadotropina corionica umana si possono usare altri ormoni come l’LHRH, un ormone ipotalamico somministrato per spray nasale, che stimola la produzione di LH, un ormone che a sua volta stimola la produzione di testosterone. Il farmaco non provoca significative variazioni dei livelli ematici di testosterone e quindi determina minori effetti collaterali. In alcuni casi provoca irrequietezza.
L’efficacia del trattamento medico varia notevolmente in relazione alla posizione iniziale del testicolo ritenuto: una maggior percentuale di successo si realizza quando il testicolo si trova in una sede più vicina allo scroto.
Di fatto, nella pratica clinica, solo una minoranza di pazienti risponde ad un trattamento ormonale per cui molto spesso è necessario l’intervento chirurgico. L’operazione, che va eseguita possibilmente entro il secondo anno di vita, si chiama orchidopessia e consiste nell’ancorare il testicolo allo scroto. In genere viene corretta contemporaneamente anche l’ernia inguinale che spesso si accompagna al testicolo criptorchide. Normalmente l'intervento è risolutivo del problema e le ricadute sono scarse.
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