Che cos’è la Parotite epidemica?

La parotite epidemica (orecchioni) è causata da un virus (Rubulavirus) che si trasmette attraverso le secrezioni di naso e gola; dopo il contatto con un soggetto infetto, il periodo di incubazione della malattia, dura di solito da 16 a 18 giorni, ma si possono avere anche casi dai 12 a 25 giorni dopo lo stesso contatto. Un soggetto affetto da parotite è già contagioso di solito da 1-2 giorni prima dell’inizio del gonfiore della ghiandola parotidea fino a cinque giorni dopo.

Di solito questa malattia infettiva si manifesta con un gonfiore della guancia causato dalla tumefazione della ghiandola parotide e con febbre lieve; tale gonfiore può interessare contemporaneamente i due lati del viso, un solo lato, oppure prima uno e poi l'altro. Nei bambini vaccinati, la maggior parte dei casi di gonfiore della guancia, causato dalla tumefazione della ghiandola parotidea, non sono causati dal virus della parotite. Tuttavia, circa un terzo delle infezioni non causa una tumefazione visibile.

La parotite può causare meningite in circa 1 caso su 200. Inoltre, il 20-30% dei maschi che hanno la parotite dopo la pubertà hanno un'infiammazione dei testicoli (orchite) che raramente può causare sterilità. Altre rare complicanze sono caratterizzate da un’infiammazione: di alcune articolazioni (artrite), del cuore (miocardite), del pancreas (pancreatite), della tiroide (tiroidine) e del rene (glomerulonefrite).

L’infezione dell’adulto ha un decorso in genere più grave del bambino. La parotite, nel primo trimestre di gravidanza, è causa di aborti spontanei. Anche se il virus può attraversare la placenta, non vi sono prove che causi malformazioni congenite. Non esiste terapia specifica contro la parotite.

Che cos’è il vaccino contro la Parotite epidemica?

Il vaccino contro questa malattia è costituito dal virus della parotite, che a seguito di particolari trattamenti di laboratorio viene reso incapace di provocare la vera malattia, ma ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale (vaccino vivo ed attenuato).

Questo vaccino è disponibile in una formulazione “combinata” (nella stessa fiale): sia insieme ad altri due vaccini (antimorbillo ed antirosolia) (vaccino trivalente MPR) e sia insieme a questi due vaccini più il vaccino per la varicella (antimorbillo, antiparotite, antirosolia ed antivaricella) (vaccino quadrivalente MPRV). Non è sempre reperibile in commercio la formulazione “singola” del vaccino. I vaccini combinati (MPR e MPRV) possono essere somministrati senza alcun pericolo, ai soggetti che abbiano superato la malattia naturale oppure che siano già stati vaccinati contro una di queste malattie. La protezione conferita da una sola dose di vaccino è di lunga durata nella maggior parte dei soggetti, ma non sembra essere permanente.

Come e quando si somministra il vaccino per la Parotite epidemica?

Nel 1999 (Circolare n. 12 del 13 luglio 1999), la vaccinazione trivalente MPR (morbillo-partite rosolia) è stata inclusa ufficialmente nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni, che può essere somministrata anche prima in qualsiasi momento (es. durante un’epidemia o in occasione di un viaggio internazionale, assicurandosi che siano trascorse almeno 4 settimane dalla prima somministrazione.

Il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua preferibilmente per via sottocutanea nella regione superiore del braccio; anche se alcuni studi riportano che possa essere usata anche la via intramuscolare. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno.

Quando si può vaccinare un bambino contro Parotite epidemica?

Può essere vaccinato il bambino con banali infezione delle vie aeree superiori (esempio: raffreddore, tosse). La vaccinazione deve essere eseguita con particolari attenzioni, cioè in ambiente ospedaliero, ai soggetti che hanno avuto episodi di grave allergia (anafilassi) all'uovo.

Quando si deve rimandare la vaccinazione contro la Parotite epidemica?

La vaccinazione si deve rimandare, in caso di: donne che sono gravide o che cercano di diventarlo (le donne devono evitare la gravidanza per almeno un mese dopo la vaccinazione), malattia acuta grave con o senza febbre, somministrazione di immunoglobuline nei dodici mesi precedenti, trapianto di cellule staminali ematopoietiche, trapianto di organi solidi. Questa raccomandazione vale anche nel caso in cui non siano trascorsi trenta giorni dalla somministrazione di un altro vaccino a base di virus “vivi e attenuati” (ad esempio antivaricella).

Quando non si deve vaccinare contro la Parotite epidemica?

Il vaccino non deve essere effettuato in soggetti con: immunodeficienza grave (es tumori del sangue e solidi; alcune immunodeficienze congenite come agammaglobulinemia, immunodeficienza comune variabile o immunodeficienza severa combinata ecc; HIV congrave immunodepressione), reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino.

Cosa fare in caso di eventuali reazioni al vaccino contro la Parotite epidemica?

Gli effetti collaterali attribuiti al vaccino antiparotite sono estremamente rari: a distanza di alcuni giorni è possibile che il bambino mostri un lieve ingrossamento transitorio della ghiandola parotide e febbre di breve durata. La maggior parte delle reazioni rientrano tra quelle attribuibili alla vaccinazione trivalente (antimorbillo-rosolia-parotite), che può causare a distanza di 7-10 giorni: una leggera eruzione cutanea, che non necessita di alcuna terapia particolare e febbre, che per lo più è modesta e si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico.

Raramente (circa 1 caso ogni 3.000 dosi) può essere associata a convulsioni febbrili, che guariscono spontaneamente e non lasciano esiti. Ancora più raramente (1 caso ogni 30.000 dosi) la vaccinazione MPR, può essere associata ad una transitoria diminuzione delle piastrine presenti nel sangue (trombocitopenia). Di solito questo vaccino non provoca particolari reazioni, ma è possibile che entro le 48 ore dalla vaccinazione, si verifichi una reazione irritativa passeggera nel punto dove è stata effettuata la puntura. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore. Raramente può comparire febbre, che per lo più è modesta e si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico.

Dopo la vaccinazione antiparotite possono anche comparire delle manifestazioni di lieve entità, come cefalea, nausea e vomito, che devono essere trattate con opportuno riposo ed dieta leggera. Nel caso in cui questi sintomi si dovessero protrarre per più di due giorni si consiglia di consultare il medico al fine di verificare se questi possano essere attribuibili ad altra causa; inoltre in caso di una reazione importante o insolita, previo consulto medico, si deve provvedere ad effettuare la dovuta segnalazione di “evento avverso”.

Altro su: "La vaccinazione contro la parotite"

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