Abbiamo una bimba di 14 mesi, è molto socievole e sempre allegra, ma vorremmo avere un parere riguardo al suo atteggiamento nei confronti del papà. Da circa quattro mesi, la sera o nel fine settimana quando il papà è in casa, non lo lascia un attimo aggrappandosi a lui per essere presa in braccio e, se ciò per pochi istanti non avviene, sono urla e pianti disperati. Contemporaneamente ha un atteggiamento di rifiuto totale nei confronti della mamma che non può neanche toccarla (anzi viene"cacciata" con evidenti gesti delle braccia) per cambiarla, farla mangiare o consolarla dopo una caduta. Tutto ciò, al contrario, non si verifica negli altri momenti, che sono la maggior parte, in cui è sola con la mamma. E' da tener presente, inoltre, che il papà si dedica molto a lei fin dalla sua nascita cambiandola, facendole il bagnetto, alzandosi la notte quando si sveglia. Ultimamente poi lo stesso atteggiamento descritto prima ha iniziato a tenerlo anche con il nonno che è con noi il fine settimana. Potete fornirci un consiglio su come rapportarci con lei e conoscere la causa (se esiste) di questo comportamento?

Cari genitori, naturalmente non c'è nulla di allarmante nel comportamento della vostra piccola: si tratta di attaccamento e vediamo di spiegarne le dinamiche. Innanzi tutto, definiamo con il termine "attaccamento" il legame affettivo tra il bambino e chi ne ha cura, legame basato inizialmente prevalentemente sulla dipendenza: il piccolo - così come un qualsiasi altro cucciolo animale - non potrebbe sopravvivere senza cure e senza difese dai predatori. I comportamenti che quindi attua - il sorridere, l'aggrapparsi, l'emettere vocalizzi - sono tutti segnali che inducono nell'adulto "sano" la vicinanza fisica e la conseguente rassicurazione emotiva.

Forte quindi della rassicurazione ottenuta, il cucciolo d'uomo intraprende l'esplorazione dell'ambiente. Ho parlato di adulto "sano" mentalmente perché è ormai notorio che un bambino, privato delle adeguate cure parentali, sviluppa successivamente le più gravi forme di psicosi infantile e/o di disturbi affettivi, e raramente la privazione sopraggiunge o si ha per morte della madre o del genitore: nella maggior parte dei casi la privazione viene inflitta da adulti emotivamente incapaci di rispondere alle reazioni di adattamento che prima abbiamo descritto.

Finito con la teoria, e spero di non avervi troppo annoiato, ritorniamo alla vostra bimba. Naturalmente sono reazioni di attaccamento al padre quelle che avete descritto: non rileva che il papà - cui vanno le mie personali congratulazioni - ha sempre avuto cura della figlia, ora la figlia è in grado di dimostrargli che lo apprezza e che ci tiene a lui. Il bambino può avere diverse relazioni privilegiate: con la madre, ma anche con il padre e con il nonno come nel vostro caso, con le baby-sitter e con le nonne in altri.

L'altro quesito che ponete attiene al rifiuto della mamma quando c'è papà: in quei momenti c'è papà, papà è suo e tutto il resto non conta, ma sarebbe preoccupante se, a 14 mesi, non avesse un po' di egocentrismo e fosse in grado di relazionare con più persone adeguatamente. L'egocentrismo è uno schema cognitivo con cui struttura la sua esperienza: "c'è papà e mi cura papà" risulterà a noi alquanto limitata come visione del mondo, ma è così che struttura la sua esperienza e in qualche modo avete anche contribuito ad instaurarla (in quei giorni papà non lavora e mamma può tirare il fiato, la piccola vede, pensa e associa e ...papà viene condannato).

Mi spiace dovervelo dire, ma le associazioni a quell'età possono essere particolarmente pervicaci: molti bambini sembrano vecchiacci rigidi contrari a qualsiasi cambiamento. Come comportarvi con lei? Così come fate va benissimo, ma se papà si è stancato (ahimè) di cambiare pannolini, tenete presente che un cambiamento delle abitudini, anche se fieramente osteggiato dalla vostra bimba, è fatto salutare e funzionale all'adattamento.

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