La mia bambina di 16 mesi da qualche tempo reagisce (anche se non lo fa sempre, ma spesso) con il pianto in occasione di visite di persone estranee o che non vede quotidianamente. Non si calma finché queste persone non escono dalla sua vista. Perché queste reazioni? E come devo comportarmi in queste situazioni?

Cara lettrice la tua descrizione mi permette di risponderti solo parzialmente poiché mi mancano alcune informazioni importanti. Ti propongo una chiave di lettura orientativa e non esaustiva in quanto il tema affrontato, avendo più sfaccettature, potrebbe assumere diverse sfaccettature.

Innanzitutto potrebbe essere utile osservare la frequenza e la durata del pianto in presenza di estranei e soprattutto osservare come “gli estranei” interagiscono con lei. L’obiettivo è cioè comprendere se il pianto è generalizzato verso qualsiasi estraneo e se si verifica in qualsiasi contesto. A tale proposito sarebbe stato utile sapere se la tua bambina frequenta l’asilo, come interagisce in quel contesto e come ha vissuto la fase dell’inserimento.

Nel caso in cui non frequenti il nido, altrettanto importante sarebbe conoscere le modalità relazionali della tua bambina quotidianamente nel rapporto con te e con gli altri. Dal mio punto di vista ritengo che la tua bambina sta esprimendo segnali significativi circa la sua socievolezza ed è probabile che ci siano delle difficoltà insorte a causa di episodi e/o eventi da individuare per poter risolvere il disagio da te descritto.

Pertanto può essere utile osservare cosa accade prima, durante e dopo l’incontro con l’estraneo e da parte tua rassicurare la bambina e incoraggiarla ad avvicinarsi e interagire con l’estraneo “dimostrandole” che non è pericoloso (previa tua valutazione, ovviamente!).

Infine puoi valutare se questa modalità venga utilizzata dalla tua bambina per garantirsi pienamente l’esclusività della tua presenza tutta per sé. In tal caso ribadisco l’utilità, in tale fase, di incoraggiarla ad interagire con l’estraneo gratificandola successivamente per lo “sforzo” compiuto e rinforzando così la nuova modalità di interazione.

Qualora tutto ciò non risulterà utile per te e nel caso in cui alla tua descrizione si aggiungano ulteriori eventi e/o episodi critici, il mio consiglio è di parlarne con un esperto per focalizzare la difficoltà e superarla. Infine considera anche l’esistenza del temperamento e delle caratteristiche individuali di tua figlia presenti già dalla nascita!

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