Sono una mamma di un bambino di tre mesi; alla 14° settimana di gravidanza è stata diagnosticata al mio bambino una pielectasia bilaterale, tenuta sotto controllo fino alla nascita. Poco prima del parto la pelvi di destra era di 9 mm e quella di sinistra di 13 mm con un parenchima renale sinistro di 9 mm. Dopo la nascita il bambino ha risolto naturalmente il problema presente nella pelvi di destra ma quello a sinistra persisteva. Mi è stato dato appuntamento per un'ecografia di controllo dopo un mese e la pelvi aveva dimensioni di 15 mm con un parenchima renale di 8 mm. Ho tenuto costantemente il bambino sotto controllo attraverso esami delle urine ed urinocultura, risultate negative fino al mese scorso. Questo mese ha contratto un'infezione da enterococco e, dopo un'altra ecografia, la pelvi è di 17 mm ed il parenchima renale di 4 mm. Mi è stato consigliato di fare una cistografia ed un'angioscintigrafia. Vorrei sapere se l'intervento è necessario oppure no, e se con il passare del tempo il parenchima renale diminuisse ancora di più che cosa succede? Sono esami dolorosi che possono comportare problemi o fastidi per il bambino?

Gentile Signora, il primo commento alla sua domanda è che in Medicina deve essere fatta una diagnosi prima di potere discutere una eventuale terapia!

La storia clinica (diagnosi prenatale di pielectasia di entità variabile culminata in una recente infezione delle vie urinarie) è fortemente "sospetta" per un possibile e probabile reflusso vescico-ureterale (RVU, fenomeno patologico di risalita intermittente di urina dalla vescica alle alte vie urinarie).

La seconda possibilità è che vi sia una dilatazione del bacinetto renale secondaria ad una parziale ostruzione a livello della giunzione pielo-ureterale (punto di passaggio tra la pelvi renale e l'uretere). E' quindi corretto programmare due ulteriori esami diagnostici in aggiunta alle ecografie sino ad ora eseguite

La cistografia minzionale consiste nella delicata introduzione, sterilmente, di un piccolo tubicino (catetere) in vescica attraverso il pisellino e di verificare, durante il graduale riempimento e durante lo svuotamento (fase minzionale), se è presente un RVU.

E' un esame che dura circa 30 minuti e certamente è molto meglio tollerato da un lattante di pochi mesi che da un bambino di due anni dove la reattività psicologica è nettamente superiore. Se eseguito in una struttura competente è un esame non complicato nè doloroso.

La scintigrafia renale sequenziale MAG3 consiste nella iniezione endovenosa di una sostanza a basso dosaggio radioattivo (radioisotopo) che permette di stabilire la esatta funzionalità separata dei due reni e di valutare la fase escretoria (cioè come si svuotano i reni) per escludere una eventuale ostruzione nella via urinaria. L'esame dura circa 30 minuti, non richiede il digiuno ma è anzi importante una buona idratazione.

Quando sarà noto l'esito di questi due esami si potrà definire quale è stata la causa della infezione urinaria del suo piccolo e, con una diagnosi, poter stabilire la migliore terapia. Non credo che si prospetti comunque nessun intervento chirurgico immediato ma riterrei molto più probabile un iniziale periodo di monitoraggio clinico della situazione.

 

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