• I maestri ceramisti toscani del 1400 e del 1500 secolo crearono degli appositi piatti per pietanze destinate alle donne che, appena partorito, dovevano essere subito rifocillate: erano chiamate scodelle da puerpera.
  • Il cordone ombelicale e la placenta del bambino venivano sotterrati alla base di un albero o di un cespuglio in modo che il neonato fosse più forte.
  • Subito dopo la nascita del bambino la levatrice gli modellava la testa, raddrizzava il naso, massaggiava i capezzoli delle bambine perché diventassero buone nutrici.
  • Alcune credenze popolari vietavano di pesare i neonati perché conoscere il peso avrebbe frenato il loro sviluppo; allo stesso tempo si scoraggiava anche l'uso dello specchio per non renderli muti.
  • Nelle famiglie ricche e aristocratiche esisteva una figura femminile con la sola mansione di dondolare la culla dei bambini per conciliare loro il sonno: era chiamata "cullatrice".
  • L'acqua del primo bagnetto del neonato, se femmina, veniva buttata nel focolare per augurare che rimanesse in casa da grande, se maschio, veniva gettata fuori, per ricordare che avrebbe dovuto superare i pericoli del mondo.
  • Esistevano delle culle mobili, come delle gerle, che le donne portavano sulle spalle durante i lavori nei campi.
  • Sembra che, in alcune regioni italiane, la levatrice portasse l'unghia del mignolo lunga ed affilata per poter tagliare la placenta e permettere al neonato di nascere; ugualmente tagliava il filamento sotto la lingua perché il bambino non restasse muto. Altre usanze consigliavano di pulire la bocca ed ungerla di miele, perché il neonato potesse parlare correttamente.

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