Il pediatra non è dell'avviso di somministrare al bimbo di tre mesi la vitamina D; al consultorio invece ci hanno consigliato di somministrarla in quanto, in inverno e senza sole , non è facile che tale vitamina si possa formare da sola! Noi pensiamo che un po' di vitamina D non possa essere dannosa e per questo da oggi riprenderemo a darla al bimbo. Mi potete spiegare cosa comporta il fatto di non aver dato la vitamina in funzione del rachitismo e, cos'è il rachitismo?
Il rachitismo è una malattia, ormai di rarissima osservazione, caratterizzata da un difetto di calcificazione delle ossa, causata principalmente da una mancanza di Vitamina D. La malattia si manifesta soprattutto durante il periodo di maggiore accrescimento osseo, in particolare nei primi due anni di vita.
Al giorno d'oggi sono molto cambiate le abitudini alimentari, di comportamento e soprattutto le condizioni socio-economiche, pertanto è molto difficile avere una carenza importante di vitamina D e di conseguenza sono raramente riscontrabili le classiche manifestazioni cliniche del grave rachitismo del passato (deformità alle ossa, soprattutto del torace e degli arti).
Tuttavia i rari casi ancora riscontrabili, anche se di lieve entità, stanno a testimoniare una condizione di potenziale sviluppo della malattia, riscontrabile spesso solo con analisi del sangue (dosaggio di calcio, fosforo e soprattutto fosfatasi alcalina) o radiografie delle ossa.
L'interesse attuale è pertanto spostato maggiormente sulla prevenzione. Il fabbisogno giornaliero di Vitamina D nel bambino è di 400 U.I. (10 microgrammi) al giorno, nei prematuri è invece di 1.000 U.I. al giorno, per i primi mesi di vita. La Vitamina D in parte si forma nell'organismo e in parte viene assunta con gli alimenti. La parte sintetizzata direttamente dall'organismo per potersi formare ha però bisogno dei raggi ultravioletti del sole che irradiando la cute trasformano la provitamina in essa contenuta in vitamina attiva.
La quantità che si forma è in genere sufficiente per l'adulto, comunque é sempre condizionata dal clima, dal periodo di esposizione al sole e anche dal tipo di pigmentazione cutanea (più la pelle è scura meno vitamina D si forma). Tra gli alimenti che contengono Vitamina D sono da ricordare:
- il latte materno: 20 -100 U.I. al litro
- il latte vaccino: 20 U.I. al litro
- latti artificiali: il contenuto varia da 300 a 500 U.I. al litro
- 1 tuorlo d'uovo: 150-200 U.I
- carne: 100 U.I. ogni 100 gr.
- fegato: 200 U.I. ogni 100 gr.
- burro: 60 U.I. ogni 100 gr.
- olio di fegato di merluzzo: 10.000-20.000 U.I. ogni 100 gr.
- aringhe - tonno: 300 - 1.000 U.I. ogni 100 gr.
Come si può vedere l'alimentazione da sola non può essere sufficiente alle necessità del bambino (a meno che non venga alimentato con aringhe, tonno e olio di fegato di merluzzo!
Solo con i latti artificiali qualche volta si può arrivare a ricoprire il fabbisogno minimo giornaliero), così come da sola non è sufficiente l'irradiazione solare (eccetto il periodo estivo, in particolare d'inverno, l'unica parte scoperta dei bambini è il naso!). Alla luce di quanto detto è comprensibile perché è indicata la profilassi con Vitamina D fin dai primi giorni di vita e per almeno un anno - un anno e mezzo circa. Comunque non aver dato la vit. D per poco tempo, come nel suo caso, non comporta assolutamente alcun danno.
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