Mio figlio ha 14 mesi e frequenta il nido; nella sua classe si è verificato un caso di broncopolmonite virale. Vorrei maggiori dettagli su questa malattia e vorrei sapere se è necessario prendere dei provvedimenti per evitare il contagio.

La broncopolmonite indica un processo infiammatorio diffuso del polmone che coinvolge più lobi (regioni) polmonari, oltre al concomitante interessamento bronchiale. Essa riconosce numerose cause infettive (batteri, virus, funghi, parassiti) oppure tossiche (inalazione od aspirazione). La causa più comune di polmonite o broncopolmonite nei bambini è un'infezione virale; le infezioni batteriche, invece, rappresentano solo il 10-30%. I batteri in causa sono diversi a seconda dell'età infantile considerata sebbene, a parte l'età neonatale, i più frequenti siano il pneumococco, lo stafilococco, l'emofilo, la clamidia ed il micoplasma.

Tra i virus sono da segnalare il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), l'adenovirus, il virus influenzale e quello parainfluenzale. I bambini con immunopatie (N.d.R.: malattie caratterizzate da un deficit immunologico, cioè delle difese anticorpali), malnutrizione o difetti dei meccanismi di difesa polmonare sono particolarmente suscettibili ad infezioni polmonari, spesso determinate da microrganismi non frequenti (detti opportunistici). La presentazione clinica nelle polmoniti virali e batteriche è solitamente differente, anche se variabile nei diversi pazienti. In linea di massima, le polmoniti virali si manifestano più spesso con tosse, sibili, stridore; la febbre è meno frequente che nelle forme batteriche; manca la leucocitosi (N.d.R.: aumento dei globuli bianchi del sangue) poiché vi è, infatti, prevalenza di linfociti; la radiografia del torace dimostra infiltrati diffusi, lineari.

Le polmoniti batteriche sono, tipicamente, caratterizzate da tosse, febbre elevata, dispnea; si associano a leucocitosi marcata ed a reperti auscultatori e radiografici di consolidamento polmonare. Comunque, la distinzione clinica tra le due forme non è sempre agevole, perché molte forme di polmonite hanno caratteristiche intermedie tra le due presentazioni tipiche descritte. Ed allora la diagnosi di broncopolmonite virale, sospettata in base ai segni clinici, può essere rafforzata dalla scarsa sensibilità alla terapia antibiotica intrapresa (cui sono molto responsive le forme batteriche) e confermata da indagini sierologiche virali. Nella maggior parte dei casi l'episodio, con adeguata terapia, si risolve rapidamente e completamente nel giro di un paio di settimane.

La maggior parte dei bambini può essere trattata ambulatoriamente. Una piccola percentuale di pazienti con broncopolmonite richiede, invece, l'ospedalizzazione, e le indicazioni per tale soluzione sono: la compromissione respiratoria medio-grave; la mancata risposta alla terapia antibiotica per via orale o l'incapacità ad assumere antibiotici a causa di vomito od intolleranza; il consolidamento polmonare lobare multiplo; una concomitante patologia cardiaca o polmonare; l'empiema pleurico o l'ascesso polmonare. In conclusione, per quanto concerne l'episodio in oggetto (senza entrare nell'appropriatezza della diagnosi), il metodo più efficace per scongiurare un eventuale contagio è quello di evitare di frequentare i soggetti affetti (cosa, in effetti, possibile), oppure coloro che stanno incubando l'infezione (cosa assai improbabile, a meno di rinunciare alla frequenza dell'asilo nido!). Tuttavia, occorre dire che gran parte dei virus in causa nelle broncopolmoniti (fatta eccezione per il Virus Respiratorio Sinciziale) non hanno uno specifico tropismo per il polmone ma causano, generalmente, infezioni a carico delle alte vie respiratorie che in alcuni casi si propagano anche ai polmoni. Pertanto, contrarre un'infezione da parte di tali virus non corrisponde necessariamente a sviluppare una broncopolmonite virale.

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