Mia figlia è stata sottoposta, con successo, ad una valvuloplastica (N.d.R.: intervento chirurgico per la riparazione di una valvola del cuore) a causa di una stenosi valvolare polmonare. Alla nascita il gradiente era di 25/30 mmHg, la procedura è stata effettuata con gradiente 50 e, al termine della procedura, il gradiente medio è di circa 30. Alla mia domanda: "quando ci vediamo per un controllo?", il cardiologo mi ha risposto che non ce ne sarà più bisogno. Io, comunque, tra qualche mese glielo farò fare. Ora vi chiedo: da dove viene questa certezza matematica che la valvola non si restringerà più? Navigando in Internet ho letto che la statistica parla di riuscita definitiva al 90%. Potreste dirmi qualcosa di più in merito?

La dilatazione con palloncino della valvola polmonare è oggi un trattamento routinario che risolve il problema, in molti casi. La valvola polmonare tuttavia può essere stenotica non solo per fusione dei lembi, ma anche per la ipoplasia (N.d.R.: insufficiente sviluppo) dell'anello valvolare. In questo caso, la dilatazione con palloncino non risolve completamente il problema ma ritarda solo l'intervento chirurgico. È ovvio che, in tutti i casi, è quanto mai opportuno uno stretto controllo chirurgico per valutare l'evoluzione della stenosi residua (come nel caso in oggetto) che spesso, col tempo, può esacerbarsi tanto da richiedere un ulteriore intervento

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