Ho un bambino di tre anni che da pochi giorni ha iniziato la scuola materna. Il primo giorno non ha pianto ma nei successivi ha pianto e dice che non gli piace. Cosa possiamo fare noi genitori per aiutarlo nell'inserimento alla scuola materna? Fino ad ora lui è sempre stato dai nonni.

L'inserimento nella scuola è un momento molto delicato. Generalmente il primo approccio del bambino è positivo: stimolato dalla curiosità, trova affascinante quell'ambiente pieno di giochi e bambini. Superati i primi giorni di novità subentra il dolore del distacco dalla famiglia, che cessa nel momento in cui il bambino capisce che il genitore non l'ha abbandonato lì, ma torna. Bisogna essere dolci, ma anche decisi e sereni, non far percepire il proprio stato d'ansia, perché i bambini sono molto recettivi e quindi si domandano "se la mamma è così triste, dove mi sta portando?".

Occorre che l'inserimento sia graduale: solitamente si concorda un approccio di poche ore, per poi passare al pranzo e alla prima uscita, via dicendo.

Bisogna essere costanti e non lasciarsi sconfortare da crisi di pianto così forti che, spesso, sconvolgono i poveri genitori: si tratta di una reazione normalissima. Non bisogna nemmeno intervallare la frequenza con momenti di assenza per due motivi: uno, il bambino capisce che dopo il suo pianto, mamma e papà possono cambiare idea e due, più importante, il bambino rimane disorientato, perché tarda a comprendere le sequenze della giornata che trascorre all'asilo. Il bimbo si rilassa quando realizza che mamma torna ed è in grado di capire anche qual è il momento in cui torna: dopo il pranzo, il gioco in cortile ecc. La scansione della giornata (fissare cioè dei tempi certi) è molto importante, perché il "conosciuto" dà fiducia.

Altre buone regole sono: affidarsi agli insegnanti che, data la loro esperienza, sanno suggerire il meglio per garantire la serenità del bambino; creder loro quando affermano che il bambino non ha versato neanche una lacrima, perché all'interno della classe si crea un ambiente sereno, di gioco, di relazione con gli altri compagni, che nel giro di pochi minuti rasserena il piccolo; e presto quest'ultimo capisce di trovarsi in un ambiente caldo ed accogliente come quello della famiglia.

Per quanto riguarda il fatto di essere stato curato dai nonni, spesso molti genitori ritengono che il figlio non avrà difficoltà a frequentare la scuola, perché finora è sempre stato bene senza mamma e papà. Si tratta di una falsa credenza, perché la scuola è un ambiente completamente diverso, con persone adulte e bambini che non conosce, bambini che possono anche invadere il suo territorio, perché lo provocano, gli portano via dei giochi, a volte lo picchiano; presentato così può sembrare un ambiente negativo, ma non dimentichiamoci che è una palestra di vita.

Tutte queste novità hanno decisamente un impatto emotivo forte su un bambino probabilmente fragile, molto unito a mamma e papà, poco abituato a giocare con coetanei, magari figlio unico; ma vengono superate nel momento in cui il piccolo intreccia amicizie, capisce che i maestri sono dolci e severi come mamma e papà. Arriva poi il momento in cui il bambino non vede l'ora di andare all'asilo...vi auguro che arrivi presto questo momento! Forza e coraggio: sono sicura che entro un paio di settimane avrete già risolto il problema!

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