Mio figlio di sette anni il mese scorso ha avuto una influenza e, avendo notato urina scura (color thè) abbiamo fatto accertamenti in ospedale. Tutti gli esami, compreso un’ecografia, non hanno evidenziato particolari problemi. E' stata tuttavia riscontrata presenza di sangue nelle urine. Abbiamo ripetuto gli esami a distanza di circa venti giorni e la traccia di sangue permane. Il nostro pediatra ha consigliato di aspettare qualche mese per un nuovo controllo generale, senza darci una particolare spiegazione sulle possibili cause. In famiglia non riscontriamo casi analoghi. Ci siamo un po' allarmati. Se è possibile fornire delle spiegazioni saremmo molto grati.

Per ematuria si intende l’eliminazione di globuli rossi con le urine. L'eliminazione di una piccola quantità di globuli rossi con le urine è un fatto fisiologico, e il limite tra normalità e patologia non è ancora stato ben definito. Quindi la presenza di alcune "tracce di sangue" all'esame delle urine non è per forza un fatto sicuramente patologico. L'ematuria si suddivide innanzitutto in microscopica o macroscopica.

Microscopica se il colore delle urine non fa prevedere la presenza di sangue e solo all'esame col microscopio si evidenzia un certo numero di globuli rossi nelle urine che superino i limiti entro i quali si parla di "ematuria fisiologica" che, come tale, non è considerata patologica. Invece ematuria macroscopica è quando ci si accorge ad occhio nudo e si dice "ha urinato sangue" o color sangue o urine rossastre. Vi sono poi altre suddivisioni delle ematurie (glomerulari o post-glomerulari) che non è necessario approfondire in questa risposta perché sono problemi squisitamente medici, di difficile spiegazione ai non addetti ai lavori. Nella vostra lettera non è spiegato se si è trattato di ematuria microscopica o macroscopica.

Il fatto che nel vostro caso le urine durante la malattia (influenza) di vostro figlio siano apparse come il thè non chiarisce i dubbi se si sia trattato di urine ematuriche (che in genere sono più color lavatura di carne) mentre il colorito del thè potrebbe far pensare semplicemente ad urine con maggior contenuto di sali perché più concentrate. Infatti con la febbre il bambino suda di più, mangia e beve di meno e perde liquidi anche con l'evaporazione e per questo i reni eliminano delle urine più "cariche" di sali: quindi si potrebbe essere trattato semplicemente di urine più ricche di sali (color thè) che poi abbiano portato a controllarle ed a scoprire che vi erano globuli rossi in una certa quantità. Quindi premesso che il riscontro di una "ematuria" non significa automaticamente un evento patologico, resta il fatto che tutto ciò è avvenuto durante un episodio febbrile. Esistono infatti condizioni (di competenza del nefrologo) che comportano una ematuria (per lo più macroscopica) che si evidenzia durante gli episodi febbrili, così come esistono alcuni farmaci, che possono essere usati durante episodi febbrili (anti-infiammatori e antibiotici), i quali possono essere anch’essi in causa. Quindi va definito se si è trattato di ematuria microscopica o macroscopica.

L'ematuria macroscopica sia attuale o sia se si è verificata in un episodio è sicuramente un problema clinico meritevole di attenzione. Se invece è microscopica le caratteristiche necessarie per poterla considerare un problema sono la sua persistenza nel tempo ed il superamento dei limiti sotto i quali cui si parla ancora di ematuria fisiologica, cioè di nessuna importanza. Quindi nel caso del suo bambino andranno fatti dei controlli delle urine nel tempo e sarà anche opportuno controllare eventuali variazioni durante gli episodi febbrili, se ne sarà il caso (segua il suo medico che, come voi dite, non vi ha dato alcuna spiegazione sulle possibili cause, ma è proprio così perché la storia è un po' come il mal di testa… se uno cominciasse a dire tutte le cause del mal di testa ne potrebbe enumerare una infinità, dalle più banali alle più serie).

Quindi il vostro bambino andrà seguito nel tempo e da queste osservazioni si potranno prendere le successive decisioni di andare a fondo della diagnosi (nefrologo) o di considerare il fatto non degno di approfondimento.

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