Mia figlia di 9 anni è chiusa in casa da 15 giorni per una broncopolmonite, curata prima con un antibiotico (ceftazidime) ed ora con un altro (roxitromicina). Il medico parla di una polmonite atipica (micoplasma) che certamente sarà risolta con quest'ultimo antibiotico. Gradirei un vostro giudizio, non sul caso specifico, ma sul tipo di polmonite diagnosticata e le precauzioni comportamentali da adottare in via generale.

La polmonite atipica o da Mycoplasma è causata da un microrganismo, il Mycoplasma pneumoniae, che è una via di mezzo tra un batterio ed un virus. Colpisce soprattutto i bambini sopra i 5-6 anni di vita e predilige in particolare gli adolescenti e gli adulti. Dopo un periodo di incubazione di 2-3 settimane esordisce con febbre, cefalea, scarso appetito, malessere generale. Nei giorni successivi compaiono i sintomi respiratori che comprendono dispnea (affanno nella respirazione) e soprattutto tosse molto insistente e fastidiosa, all’inizio piuttosto secca e stizzosa e poi catarrale.

All’auscultazione del torace con il fonendoscopio in genere il pediatra riscontra reperti modesti, molto sfumati, che rendono difficoltosa la diagnosi di polmonite. L’obiettività toracica così scarsa appare comunque sproporzionata rispetto al quadro radiologico, che invece presenta un diffuso interessamento polmonare bilaterale. Molto spesso la diagnosi di polmonite da Mycoplasma pneumoniae viene fatta in seconda battuta sulla base di una "non risposta" alla terapia antibiotica tradizionale (penicillina e derivati). L’"atipia" della polmonite atipica consiste proprio in questa mancata risposta: il fallimento della terapia tradizionale (e la guarigione con gli antibiotici specifici per il germe, i macrolidi, cui appartiene il secondo farmaco utilizzato) non deve essere considerato un errore, ma un tempo diagnostico, reso possibile dall’usuale lentezza di evoluzione della malattia, che può durare, se non trattata, anche 3-4 settimane.

Per quanto riguarda le precauzioni da adottare, va scoraggiata un eccessiva attività fisica durante la convalescenza, perché la risoluzione polmonare, come si può osservare all’esame radiologico, è lenta e ritardata rispetto all’apparente benessere clinico. E' stato dimostrato che, in seguito, possono manifestarsi sintomi di tipo asmatico, legati ad una eccessiva reattività dei bronchi conseguente alla malattia.

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