Ho una bambina di otto anni che da circa due anni soffre di prurito vaginale insistente. Abbiamo provato di tutto: pomate di tutti i generi, lavande, pastiglie senza mai risolvere niente. Abbiamo fatto tre volte il tampone vaginale, la prima volta è uscito positivo al battero Escherichia Coli, trattata con antibiotico. La seconda volta il tampone portato in microbiologia è uscito positivo allo Streptococco Agalactiae, trattata nuovamente con antibiotico, ma ripetuto il tampone (sempre in microbiologia) è risultato sempre positivo. Non sappiamo più cosa fare.

Il prurito vaginale riguarda la zona genitale femminile. E’ definito come una sensazione sgradevole che genera una risposta meccanica: grattamento, sfregamento, pressione.

La causa più frequente è una vulvovaginite, ossia  un'infiammazione o infezione della regione vulvare e della vagina. Spesso al prurito nella vagina si associano altri sintomi come bruciore, secrezione vaginale, calore, fastidio, senso di secchezza della pelle.

In circa la metà dei casi è quasi sempre presente un’infezione causata da funghi o da protozoi (Candida e Trichomonas) o batteri (Gardnerella e Chlamydia), ed in questi casi il prurito si accompagna ad altri sintomi: perdite biancastre (Candida), prurito, bruciori e perdite gialloverdastre maleodoranti (Trichomonas), perdite scarse dal caratteristico odore di pesce (Gardnerella), prurito, bruciori e perdite giallastre (Chlamydia, che a volte può essere asintomatica).

Nell’altra metà dei casi il prurito vaginale è legato ad altre condizioni, di natura allergica, traumatica, da agenti irritanti (farmaci come antibiotici, cortisonici ecc.) oppure secondaria ad altre malattie (AIDS, lupus, diabete, malattie ematologiche, disordini epatici, dermatosi sistemiche, disordini renali ecc.).

A volte nei bambini il prurito vulvare può precedere di molto l’esordio clinico di un Diabete Mellito o può essere associato agli ossiuri ("vermi" dei bambini), oppure essere in relazione ad una Dermatite da contatto, irritativa e allergica, determinata da una certa sensibilità allergica a particolari indumenti, medicamenti o detergenti (inclusi quelli utilizzati per lavare la biancheria intima). Inoltre, può essere determinato da una localizzazione non frequente di Dermatite atopica e/o Dermatite seborroica.

Nel caso in questione, penso che bisognerebbe indagare proprio verso queste cause non infettive di prurito vaginale e, indipendentemente dalla causa, mi sento di poter dare dei consigli comportamentali generali, come la rinuncia all’utilizzo di indumenti sintetici (che riducono la traspirazione) e l’abolizione di deodoranti, creme o saponi che possono causare allergie.

E' importante detergere correttamente le zone intime, perché sia un'igiene personale scadente, sia una detersione ossessiva, contribuiscono ad alterare la microflora locale. Si consiglia l'utilizzo di un sapone a pH fisiologico (4 o 5), mentre vanno limitati deodoranti intimi.

Evitare di indossare biancheria intima sintetica, come jeans e pantaloni troppo stretti, poiché trattengono umidità e calore creando condizioni favorevoli allo sviluppo di microrganismi dannosi. Il continuo sfregamento dell'indumento contro i genitali può inoltre causare irritazioni locali e prurito. Per questo si consiglia di scegliere il cotone, che rispetto alle fibre sintetiche garantisce una miglior traspirazione.

Quando si asciugano e puliscono le parti intime, bisognerebbe sempre eseguire un movimento che dall'avanti procede all'indietro e non viceversa. Questo per evitare il facile e rischioso trasporto di batteri dal retto alla vagina.

Il prurito vaginale può stimolare il bisogno di grattare le zone interessate per cercare di attenuarlo; perciò è importante cercare di resistere allo stimolo per non aggravare ulteriormente il problema, magari facendo ricorso alla prescrizione di antistaminici sistemici.





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