Che cos'è l'influenza provocata dal virus A/H1N1?

La nuova influenza A/H1N1 è una infezione acuta di origine virale che interessa l’apparato respiratorio e che si manifesta con una sintomatologia molto simile a quella dell’influenza classica: febbre ad esordio rapido, mal di gola, raffreddore, tosse secca e stizzosa, malessere generale, sonnolenza, perdita di appetito, dolore alle articolazioni e ai muscoli. Alcune persone possono manifestare anche nausea, vomito e diarrea.

Da dove è nato questo nuovo virus?

Il nuovo virus A/H1N1 è un virus di derivazione suina. L'influenza dei maiali è infatti una malattia respiratoria che provoca epidemie nei suini e che è dovuta ad uno dei vati tipi di virus influenzali di tipo A. I virus influenzali umani sono raggruppati in tre tipi: A, B e C, l’ultimo dei quali di scarsa importanza per l’uomo. Il virus influenzale di tipo A è quello maggiormente diffuso ed è la causa della maggior parte delle epidemie stagionali. Esso, a sua volta, è classificato in vari sottotipi (H1N1, H1N2, H3N1, H3N2). I virus dell’influenza di tipo A possono infettare l’uomo (influenza umana) ma anche una grande varietà di animali tra cui i maiali (influenza suina), gli uccelli e i polli (influenza aviaria). I maiali quindi possono infettarsi da virus influenzali di origine dagli uccelli oppure dall'uomo, con possbilità di infezioni multiple: ciò favorisce fenomeni di ricombinazione genetica (di "riassortimento" di geni) e provoca la nascita di nuovi virus che sono un miscuglio di virus suini/aviari/umani. Occorre sapere che nell’uomo infezioni da virus influenzali suini sono già state occasionalmente rilevate da più di 50 anni e sono dovute all'esposizione e a contatti ravvicinati con i maiali, quindi ad una trasmissione da animale a uomo. Ora però il nuovo virus A/H1N1 si è adattato all’uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.

Quanto è grave l'influenza da virus A/H1N1 nell'uomo?

Abbiamo detto che l'influenza suina assomiglia molto all'influenza stagionale e, come quest'ultima, può presentarsi in forma lieve o grave; è temibile, come d'altronde l'influenza classica, in pazienti affetti da patologie pre-esistenti (cardiopatici, diabetici, asmatici, immunodepressi, pazienti affetti da malattie renali croniche o da malattie del sangue o da tumori ecc.) in cui può provocare complicanze anche gravi come polmoniti e/o insufficienza respiratoria o addirittura può causare decessi. Anche le donne in gravidanza e gli obesi fanno parte delle categorie a rischio. In realtà la maggior parte delle persone che hanno contratto l’influenza A/H1N1 hanno manifestato i comuni sintomi influenzali (come mal di gola, tosse, raffreddore, febbre, difficoltà respiratorie ecc.) e solo poche hanno avuto necessità di una terapia farmacologica antivirale o sono state precauzionalmente ricoverate in ospedale.

Perché allora fa così tanto paura l'influenza da virus A/H1N1?

Questo virus è nuovo per l’uomo e, di conseguenza, non è possibile prevedere, con esattezza, l’evoluzione della sua diffusione. Infatti il nostro sistema immunitario è meno preparato ad affrontare virus nei confronti dei quali non ha sviluppato anticorpi e, quindi, una memoria immunologica. Inoltre in Messico (da dove è partita l'infezione) il virus A/H1N1 sembra abbia provocato infezioni gravi in giovani adulti. La giovane età dei pazienti con infezioni gravi o letali è una caratteristica marcata di questa epidemia e la differenzia dalle epidemie di influenza stagionale che, solitamente, possono sì causare complicanze ma principalmente in bambini, anziani o soggetti già compromessi da malattie croniche. Il termine "pandemia" associato a questa influenza, che così tanto allarme ha provocato nell'opinione pubblica, indica semplicemente che si tratta di una epidemia la cui diffusione interessa contemporaneamente più aree geografiche del mondo Il fatto che un gran numero di persone si ammali più o meno nello stesso periodo rende l’influenza una patologia che incide sia economicamente che socialmente e può comportare un notevole sovraccarico di lavoro per le strutture sanitarie, senza che ciò rappresenti necessariamente un pericolo per chi si ammala. Infatti fino ad ora l'influenza da virus A/H1N1 non sembra poi così diversa dalla comune influenza stagionale (anche questa, d'altronde, ogni anno provoca complicanze e decessi) e addirittura sembra provochi meno complicanze. 

Come viene trasmessa l'influenza da virus A/H1N1 e come può esserne ridotta la trasmissione?

Il virus dell'influenza da virus A/H1N1 (come quello dell'influenza stagionale) si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva del paziente, che le diffonde nell'ambiente tossendo e starnutendo. Ma la trasmissione avviene anche per via indiretta, attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Di conseguenza uno dei provvedimenti più importanti per ridurre la trasmissione del virus è il lavaggio accurato e ripetuto delle mani con acqua e sapone o, in alternativa, l'uso di soluzioni detergenti a base di alcol o di salviettine disinfettanti.

Altre precauzioni generali fortemente raccomandate per ridurre il contagio sono:

  • evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa
  • evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca
  • coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura
  • aerare regolarmente le stanze di soggiorno

Il virus A/H1N1 si trasmette mangiando carne di maiale?

E' dimostrato in modo inequivocabile che l’influenza suina non viene trasmessa attraverso il cibo: in particolare non esiste alcun rischio di infezione quando si mangia carne suina cotta o prodotti a base di carne suina (tipo prosciutto o salame o mortadella). Quando infatti la carne di maiale viene cotta ad una temperatura interna di 70-80° gradi il virus dell'influenza viene ucciso (come d'altronde qualsiasi altro batterio e virus) e così avviene anche per semplice essicazione o salatura della carne di maiale. Quindi la definizione di "influenza suina" non è corretta poiché, se è vero che la nuova influenza da virus A/H1N1 è originata dai maiali, essa si è poi diffusa tra gli uomini e, di conseguenza, i suini ora non hanno più alcun ruolo nella diffusione della malattia.

Come si fa a diagnosticare con sicurezza che una persona ha contratto l'influenza da virus A/H1N1?

La diagnosi precisa dell'influenza suina viene fatta in laboratorio su un campione contenente secrezioni respiratorie, raccolte attraverso un tampone nasale o faringeo. 

Una volta che una persona è stata infettata dal virus A/H1N1 per quanto tempo è contagiosa?

Quando ci si ammala si rimane potenzialmente contagiosi per tutto il periodo in cui si manifestano i sintomi, diciamo per un periodo dai 3 ai 7 giorni in tutto anche se i bambini, qualche volta, possono diffondere il virus per periodi più prolungati (10-11 giorni). Va ricordato che le persone infettate sono da considerarsi potenzialmente contagiose già durante il periodo di incubazione per cui una persona adulta può trasmettere in modo efficiente il virus già un giorno prima dell’inizio dei sintomi. 

I classici vaccini anti-influenzali che si fanno ogni anno prima della stagione influenzale sono in grado di proteggere dall'influenza da virus A/H1N1?

Proprio perché si tratta di un nuovo virus influenzale, la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali) non dovrebbe essere efficace anche se, secondo alcuni esperti, il vaccino potrebbe in qualche modo attenuare un’eventuale infezione da virus dell’influenza A/H1N1. Le prime dosi del vaccino contro l'influenza da virus A/H1N1 stanno per arrivare. La vaccinazione sarà offerta prioritariamente al personale sanitario (che dovrà assistere i malati), al personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc), al personale che garantisce la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc), alle donne al 2°-3° trimestre di gravidanza e ai soggetti a rischio di complicanze perché affetti da patologie croniche gravi, per un totale di più di 8 milioni di persone, a partire dall'ottobre 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare da fine gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (più di 15 milioni di soggetti). Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino.

Esistono dei farmaci efficaci?

Esistono due farmaci antivirali, l'oseltamivir (nome commerciale Tamiflu) e lo zanamivir (nome commerciale Relenza), che sono raccomandati per il trattamento dell'influenza da virus A/H1N1. L'utilizzo di tali farmaci va tuttavia riservato solo ai pazienti che, esposte al contagio, potrebbero sviluppare la malattia in forma più grave. I farmaci antivirali inoltre non hanno alcuna utilità se assunti prima di una possibile esposizione al virus, ad esempio prima di un viaggio in Paesi in cui sia in corso l'epidemia. Va considerato infine che un uso generalizzato dell'oseltamivir e dello zanamivir porterebbe inevitabilmente ad una resistenza nei confronti di tali farmaci antivirali, un po' come è già avvenuto con gli antibiotici.

In conclusione e in sintesi: 

  • La nuova influenza pandemica A(H1N1) si diffonde con grande rapidità ma non è possibile prevedere la sua futura evoluzione. La maggior parte dei dati che riguarda la pandemia è stata acquisita in paesi provvisti di servizi sanitari ben funzionanti.
  • Nel mondo, nella maggioranza dei casi la nuova influenza continua a manifestarsi con sintomi lievi cui segue una completa guarigione senza bisogno di cure mediche.
  • Le donne in gravidanza e le persone in precarie condizioni di salute vanno incontro ad un rischio più elevato di complicanze.
  • Anche se i virus responsabili della diffusione della pandemia sono virtualmente uguali, l’impatto della pandemia può rivelarsi più severo in paesi con servizi sanitari deboli, condizioni di salute precarie e limitate risorse.
  • In tali contesti la pandemia ha scarse risorse cui attingere e, i servizi sanitari già in precarie condizioni, possono peggiorare.
  • Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i Paesi dove i servizi sanitari sono già oberati dalla presenza di malattie quali HIV/AIDS, tubercolosi e malaria, incontreranno grandi difficoltà nel gestire l’insorgenza di nuovi casi con la diffusione della nuova influenza pandemia.

 

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